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Corni di Canzo: Rifugio SEV
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Da Osigo:

1) Partiamo a sinistra della parrocchiale lungo la mulattiera dei Corni e, appena sorpassato il ristorante Belvedere, seguiamo il comodo sentiero che si stacca a sinistra: attraversato, dopo breve cammino, il torrentello di "Pusallo" (acqua perenne) raggiungeremo il "Sass da Furca". Si ammira da qui tutto il ramo di Lecco, dalla punta di Bellagio al ponte di Azzone Visconti; parimenti si distinguono chiaramente i paesi rivieraschi della sponda sinistra e, più degli altri, Mandello ed Abbadia. Nei giorni di calma si odono le grida dei venditori ambulanti e, talvolta, la musica. Scendendo dal "Sass da Furca" e proseguendo a destra si percorre il comodissimo sentiero, quasi piano, che tra fiori boschi e profumate siepi ci porta alla fonte dei "Maruzer" (acqua perenne, ottima: fermarsi a bere). Se si vuol continuare è opportuno calzare scarpe con peduli da roccia. Qui il sentiero si trasforma da comodo in vero sentiero d'alta montagna, tra frastagliate rocce a precipizio nel sottostante vallone. Chi viaggia sarà accompagnato dai falchi che abbondano in quei paraggi e che gli faranno quasi da guida. Si arriva così ai piedi della roccia chiamata "Sass de la Dona". Un enorme masso erratico a forma di cuneo chiamato "Chignòlo" dà il nome alla località. Comincia qui la ripidissima salita che, costeggiando il vallone tra il fragore della schiumeggiante acqua che scende, arriva in cima al belvedere. Da qui si dominano i sette laghi della Brianza e cioè quello di Lecco, di Annone, di Pusiano, di Alserio, del Segrino, di Montoffano e di Garlate; con un buon cannocchiale si potrebbe vedere la Madonnina del Duomo di Milano!

Salendo ancora si arriva: a destra ai Corni di Canzo, a sinistra alla cresta dei Moregalli.

Da qui ci si offrono tre vie. La prima, contrassegnata da tre dischi rossi a breve distanza l'uno dall'altro, porta a Valmadrera. La seconda conduce agli alpeggi di Canzo ed a Canzo, seguendo il sentiero che si stacca da un piccolo cippo marmoreo che ricorda la data di un'avvenuta disgrazia. Passando per le "Tre Piante" si arriva alla "Colletta", sempre a cavallo della cresta, e girando a sinistra si raggiungono gli alpeggi e, per la mulattiera, la Chiesa di S. Miro e l'antica grotta che servì al santo come ritiro e luogo di preghiera (vi si ammira la pietra ove si inginocchiava a pregare). Da qui si scende a Canzo e, prendendo il sentiero che passa a fianco del campsanto, si giunge alla "Cascata della Vallategna" e, procedendo lungo la sponda sinistra del torrente Foce, che tale cascata alimenta, si arriva a Candalino.

La terza via sarà scelta da chi intende visitare l'Alpe di Pian e quella di Oneda: si giunge per via maestra alla provinciale.

Scendendo dai Corni si può ancora passare per Valcelina (rifugio C.A.I.) lungo il sentiero che fiancheggia il torrente "Chiavolo". Raggiunto il piano per un emozionante sentiero del vallone, a metà, chi si indugia a riposare potrà godersi l'eco polisillaba che qui chiaramente risponde fino a tre sillabe.


2) Partendo ora dal lavatoio di Osigo e seguendo la comoda mulattiera che mena alla Trinità di Osigo, si prenderà il sentiero a sinistra per arrivare ai magnifici boschi di castagni. Questa località è chiamata dai contadini "VaI del Roncasc". Dalla predetta Cappella della Trinità, salendo verso destra, sorpassata una seconda cappellina, sempre tenendo la destra e passato il ponte sulla "Val Rogora", alla prima curva si troverà una freschissima fonte nominata "Funtanin del Sass". Scendendo di lì verso il paese si arriverà alla pineta della "Ferrera" e, per la scaletta a lato della Villa Fisichella, al "Sass da Furmigaròla" e di nuovo al lavatoio di Osigo.


3) Partendo ancora dal lavatoio di Osigo e procedendo lungo la mulattiera fino alla seconda cappelletta: a) seguendo la sinistra si attraversa il torrentello (Gogia) e subito dopo la sorgente detta "Spisarota" (l'acqua esce dalla roccia: caratteristica in inverno quando è gelata); b) seguendo la destra, superata una lieve salita. si giunge a "Muian", località acquitrinosa quantunque in forte pendenza. - Qui il sentiero conduce alla piccola perenne "Sorgente del Guerrieri"; poco più in sù la "Tenuta delle Volpi", pianura tra rocce piramidali dove pare che le volpi abbiano delle tane. Al di sopra un comodo e ben tenuto vialetto porta al casolare del Cazzini con alla destra "il Funtanin del Cazzini" gelosamente custodito dai proprietari. Continuando, sempre a destra, ecco la "Valle dei Faggi" dove nasce l'acqua del "Funtanin del Nea". Raccolta in un piccolo serbatoio, l'acqua è incanalata per la frazione di Osigo; un rubinetto permette a chi passa di dissetarsi. Questa località è ricca di profumati funghi mangerecci. Da qui per il citato "Sass da Furmigaròla" si scende al lavatoio di Osigo.


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