Da
Candalino:
1) Partendo a
sinistra della Chiesina dell'Addolorata, per un
sentiero piano praticabile anche dai bambini in
breve si giunge ad una sorgente detta
"Funtanin de Maiag". Quest'acqua
serviva, prima dell'incanalamento della potabile,
alla popolazione di Osigo in periodi di siccità.
Da questa fonte si potrà, proseguendo diritto,
arrivare ad un bivio: dal lato Nord si sale al
ristorante Belvedere; dal lato Ovest, attraverso
fitti alberi, per un sentiero comodissimo si
raggiunge Osigo.
2) Dalla mulattiera
in prossimità della "Montagnella"
(Villa Videau) il sentiero a destra passa sopra
le cave di calce dei Fratelli Tacchini. Poco
sopra troveremo "Piazzalunga". Qui sono
le caverne del "Soci" poco conosciute;
sono note comunemente col nome di "Bus de la
Nicolina". Quei pochi animosi che le hanno
visitate riferiscono di averle trovate
interessanti: pare che tale interesse venga loro
attribuito dai cacciatori che vi si rintanano per
catturare volpi e tassi.
Continuando lungo
questo sentiero si arriva a "Piazz"
donde, tenendo sempre la destra, si scende nella
frazione di Visino, mentre salendo appena sopra
la casa Tacchini (ex Fra) si arriva, attraverso
fitti castagneti prima boschi poi, al
"Funtanin di Fra" e quindi alla
"Colletta". Questo sentiero della
Colletta, battutto dai cacciatori che si dirigono
in ogni parte della montagna, serve pure,
all'arrivo in sella al monte, agli alpinisti che
salgono o scendono i Corni per la via di Canzo.
Pochi passi prima del
"Funtanin di Fra", sul sentiero che và
alla Colletta, a sinistra, entrando nel bosco, si
notano dei cespugli; tra questi un buco entra
orizzontalmente per un metro circa nel terreno,
quindi scende in una caverna abbastanza spaziosa
a due piani con stalattiti e stalagmiti.
Proseguendo, a sinistra, la mulattiera lasciata
poco prima ci conduce alla sorgente di
"Tarantola".
Lasciamo la
mulattiera e prendiamo il sentiero a sinistra un
po' sconnesso, ci troveremo in breve al
"Meriggio" (acqua in abbondanza; manca
in periodo di eccezionale siccità). La
denominazione di "Meriggio" venne data
dai pastori che, con un curioso corno di capra,
chiamavano qui le mandrie a meriggiare (nelle ore
del pomeriggio), essendo questo un bel pianoro
ombreggiato da molte piante di noci. Vi è pure
da abbeverare le mandrie. Le rocce che sono a
guardia dei dintorni sono coperte da cespugli che
danno un frutto gustoso, chiamato da noi
"perle".
3) Riportandoci al
serbatoio dell'acqua potabile e seguendo il
tortuoso sentiero che si arrampica sul monte si
arriva alla grotta "Boc del Furnu".
Salendo, invece,
lungo la comoda mulattiera - un tempo lontano
molto ben tenuta dal concorso dei tanti
proprietari di questa parte della montagna -,
lasciata la "MontagneIla", quasi sempre
al margine del torrente ricco di gustose trote,
si arriva ai primi prati della Valcelina. Questo
magnifico pianoro verdeggiante di prati e
castagneti - cosparso a fine maggio da una
miriade di narcisi e mughetti, con numerose case
e stalle che denotano ancora i segni della vita e
dell'amore dei nostri padri per la montagna - è
uno dei più bei luoghi della Valbrona, invitante
alla passeggiate facili ed alle lunghe soste
estive - dopo la consumata colazione al sacco
all'ombra dei secolari castagneti -, che invitano
grandi e piccoli alle corse sbrigliate ed ai
giochi a rimpiattino. Qui la mulattiera cessa e
diventa sentiero e sale passando per il
"Barchett" (anche qui una perenne
sorgentina disseta e fa sostare in contemplazione
del sempre più splendido panorama i turisti che
salgono o scendono dai Corni), dove poi si dirama
in diversi sentieri che salgono alle prime baite
di "Pianezzo".
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