Valbrona, 1942-45

Temp de gu�rra � temp de famm

A gh'era pocch, o mej, gh'era on bell nient
de casci�, a ona cert'ora, sotta i dent.
E a disn�, me ciamaven: "Su, bagaj ! �
Chi ona fetta de famm la manca mai ! �"
Tajavom gi� 'sti gran bej fett de famm
poeu andavom a giug� � pien de vojamm.

(A gh'� vorsuu poeu minga on grand coragg
a mangi�, con 'sta famm, crost de formagg�)
                                   Lucio Calenzani

VALBRONA:
IL SUO VOLTO, LA SUA STORIA


Tra un verde, ora cupo, ora smagliante, e la fronte alle affascinanti Grigne, quattro bianchi paesi: Maisano, Osigo, Candalino e Visino, formano valbrona, in un'ampia vallata, ricca di pendii, di boschi e di acque.
Pare infatti, che il suo nome risalga ad un'antica espressione dei Celti, che vennero in queste zone, prima dei Romani: Wald Bron = Sorgente del bosco.
Ad un' ora di auto da Milano che, tra le sue mille strade, annovera anche una Via valbrona, questo centro conta circa 2200 anime, mentre d'estate altri 4000 villeggianti, "i sciuri" , vengono allegramente ad ingrossare il paese.

Gi� paese agricolo, di gente buona e laboriosa, soprannominati "i panisciat" (per via di una specie di polenta molle, fatta qui con il latte), ma amanti del risparmio, come tutti i montanari, tanto da meritare il primo posto in una pubblicazione sui proverbi del triangolo Lariano (Ga voor trii sciuri da Milan per f� un puarett da Maisan), ora i valbronesi si sono orientati verso l'attivit� artigianale e industriale, quale la lavorazione delle forbici e lo stampaggio di metallo a caldo.
Sulla "coscienza di valbrona", infatti, vi fu una trasmissione televisiva , in cronache italiane, il 20 novembre 1970, per dimostrare come dall'antico trapano a mano per forare le forbici, si fosse passati ad una produzione a livello industriale di notevole entit�.
Ricordata da Segantini per il suo verde intenso, collegata a Bellagio attraverso l'ardita strada del ceppo, aperta nel 1911, valbrona ha dato i natali al primo sindato di Milano, il Conte Antonio Beretta, Senatore Del Regno, il cui nome nome � legato alla realizzazione della Piazza del Duomo.
E nello stesso Duomo vi � calce proveniente dalle antiche fornaci di Candalino.
Nella chiesa di S.Michele del IV� secolo, si possono ammirare preziosi affreschi del Borgognone, dell' Appiani, del Morazzone e del Crespi.
Nella parrocchiale di valbrona si conserva la Bolla del Perdono, concessa ad un Danelli di Maisano dal Papa Benedetto XIV�.
Da ricordare anche il caratteristco Santuario della Madonna della Febbre, a memoria della pestilenza nel 1500, allorch� nelle nostre zone calarono i Lanzichenecchi di Carlo V�.
Qui, anche gli antichi romani compresero che era bello viverci per l'eternit�, come rivelarono alcune tombe di quel periodo scoperte nel 1939 e nel '41.
Ma valbrona � bella anche 'sotto' e lo dimostrano le sue grotte del Maiale, delle Capre, Clementina, della Lella, il pulpito del re, le grotte sopra le cave Tacchini, la grotta del Socio.
Le bellezze naturali, le escursioni ai Corni, le passeggiate nei boschi, non possono essere raccontate, ne sono soggete a orari di apertura o di chiusura: basta andarci, per capire cos� valbrona.

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